Antropologa, Annamaria Rivera (Taranto, 1945) è professoressa emerita di Etnologia (Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali) all'Università di Bari.
Fra i suoi campi di ricerca vi è l'indagine critica di categorie e concetti-chiave delle scienze sociali e l'analisi delle mutevoli forme dell'etnocentrismo e del razzismo nelle società contemporanee.
E' autrice e coautrice di numerose opere.
Fra le più recenti:
Spelix. Storia di gatti, di stranieri e di un delitto, romanzo, Dedalo, Bari 2010
La Bella, la Bestia e l’Umano. Sessismo e razzismo, senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010
La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'identità, Dedalo, Bari 2005
Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003
L'inquietudine dell'islam, Dedalo, Bari 2002
L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001
Homo sapiens e mucca pazza. Antropologia del rapporto con il mondo animale, Dedalo, Bari 2000
Collabora con quotidiani e riviste; dirige la collana di studi e ricerche “Antropo-logiche”, dell'editore Dedalo, per la quale ha tradotto, curato e introdotto le edizioni italiane di opere di sociologi e antropologi francofoni.
E' stata una dei fondatori e portavoce della “Rete antirazzista” in Italia e componente della Consulta nazionale “per i problemi degli immigrati e delle loro famiglie”, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E' membro di comitati scientifici, fra i quali quello internazionale di “Portofranco. Toscana, terra dei popoli e delle culture” (Regione Toscana).
Ha redatto studi analitici sulla discriminazione, la violenza razzista, l'islamofobia e l'antisemitismo in Italia, per conto dell'EUMC (European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia). Ha collaborato e collabora a progetti di ricerca europei sulle migrazioni internazionali.
Partecipa alla riflessione e al dibattito internazionali sul neorazzismo ed è attivamente impegnata in favore dei diritti dei migranti.