
Sono passati 10 anni dall'inizio dei lavori per la Coppa del Mondo di calcio che si terrà in Qatar nel 2022. Sono 10 anni che vi si consuma un massacro silenzioso: quello di decine, centinaia, migliaia di lavoratori indiani, pakistani, nepalesi, bengalesi e dello Sri Lanka ridotti in condizioni di schiavitù virtuale. Le organizzazioni per i diritti umani hanno regolarmente messo in guardia su queste terribili condizioni e sulle molte morti che ne sono derivate, ma l'indifferenza è quasi totale, le cifre vengono minimizzate o addirittura negate dalla FIFA e dai governi occidentali. Naturalmente, non sono disponibili cifre ufficiali, le ONG e i giornalisti possono solo fare delle stime, soprattutto grazie alle cifre fornite dalle ambasciate nel Qatar dei paesi d'origine dei lavoratori.
Martedì scorso, il quotidiano britannico The Guardian (echeggiato in francese da L’Équipe o L’Humanité) ha fatto una stima da capogiro: almeno 6.500 morti dal 2010 (o 12 morti alla settimana negli ultimi 10 anni) - anche se queste cifre non tengono conto di alcuni paesi che non hanno fornito dati, come le Filippine o il Kenya.
Mentre il nostro governo fantastica sull'”islamosinistrismo”, bisogna ricordare che la Francia fornisce armi all'Arabia Saudita - che usa per massacrare nello Yemen - e che non ha problemi a partecipare all'organizzazione di un torneo di calcio in Qatar dove i festeggiamenti si svolgeranno su un cumulo di cadaveri.
Quarantadue anni fa, il grafico Alain Le Quernec realizzò un poster per denunciare la Coppa del Mondo in Argentina, dove imperversava la sanguinosa dittatura di Videla. In riferimento a quella precedente “coppa della vergogna” e in omaggio ad Alain, oggi uso la sua idea grafica per denunciare questa nuova fossa comune che dovrebbe ospitare una festa, con la complicità della FIFA e dei nostri governi. Non esitate a diffondere il messaggio.

Argentina: sono puliti gli stadi?
